Se sognate di scambiare un “Bacio di Mezzanotte” a Venezia, con i fuochi d’artificio a fare da cornice a questo momento particolare, vi dovreste domandare chi sono i cosiddetti “pirotecnici” o “pyros”, come vengono chiamati nei paesi anglosassoni. E per vedere coronato il vostro sogno più bello, non vorreste che gli stessi pyros, in grado di donare tanta bellezza a Venezia, accendessero il cielo sopra di voi mentre fate il grande passo? Vi assicuro che queste persone sanno come aggiungere quel “magico momento” ad ogni occasione ove sia richiesto un tocco di romanticismo fuori dal comune.
Ora che avete trovato una ragione per imparare qualcosa di nuovo, permettetemi di farvi incontrare l’artefice del più innovativo spettacolo Italiano di fuochi d’artificio; un uomo che affronta qualsiasi sfida che la vita gli propone fronteggiando al meglio ogni situazione, felice di essere fuori dalle luci della ribalta e della notorietà; un uomo profondamente riflessivo, dal temperamento gentile, che ama la sua famiglia, gli amici e che ama veramente ciò che fa: i fuochi d’artificio!
Ma, prima di conoscere quest’uomo, facciamo una breve digressione sulla sua amata città natale, Rovigo.
Proprio come il nostro “pyro” misterioso, Rovigo, è senza pretese, ma fiera e, a sua volta, misteriosa. Si trova annidata nel cuore del Polesine, in Veneto.
Rovigo non è solo il capoluogo della provincia omonima, o una comune cittadina, è, essa stessa, una delle gemme meno celebrate del nord italiano, uno dei segreti meglio custoditi d’Italia.
Infatti, il Polesine è un paesaggio unico da scoprire, un territorio stretto tra i due fiumi più lunghi d’Italia — il Po e l’Adige — che si protende verso il mare con spazi selvaggi e terre coltivate, di una bellezza nota a poche persone. Una volta in quelle terre, vi sentirete in un mondo tutto vostro, avvolti in un velo di nebbia che rende misterioso, quasi irreale, qualsiasi oggetto intorno a voi, una sorta di bellissima dimensione onirica.
Il Polesine è, da sempre, una terra di mistero, che può aggiungere un tocco di magia alle vostre vacanze.
Quindi, se avete deciso di fermarvi a Rovigo sulla strada per Venezia, dovrete provare La Piccola Bottiglieria Wine & Food Gourmet in una città chiamata Concadirame. Volete sapere di più su questo ristorante? Beh, andatesi e sarà una sorpresa… e non dimenticate di assaggiare il loro dessert (anche questo e’ una sorpresa). Per informazioni e prenotazioni contattate ILC .
Come dicevo, Rovigo ospita un cittadino di eccezione, un vero “coreografo dei fuochi d’artificio” come piace chiamarlo a me 🙂
Ho sempre pensato che questi artisti fossero una sorta di “Illuminatori dei Cieli“, poi vedendo quanto fossero eccezionali e quante emozioni coinvolgenti potessero regalare con le loro opere d’arte, ho deciso che “coreografi dei fuochi d’artificio” fosse il soprannome più adatto a descrivere il loro ruolo.
Quando ho sentito la storia di Ermes Martarello per la prima volta, e quando finalmente l’ho incontrato, è stato diverso da come me l’ero immaginato. E’ stato come con la musica, tutto è iniziato con un singhiozzo leggero, e poi l’emozione è scoppiata in mille scintille luminose di eccitazione, un bellissimo e variopinto fuoco d’artificio. Per provare queste emozioni dovrete andare anche voi a conoscerlo di persona, io, intanto, cercherò di trasmettervi ogni mia sensazione così come l’ho percepita.
Ma prima, abbiamo bisogno di una breve panoramica storica dei fuochi d’artificio.
Sapevate che furono gli italiani ad inventare quei gusci aerei che si lanciano verso l’alto e che esplodono in una fontana di colori? Si racconta che, l’italiano che ha portato l’Est a Ovest, Marco Polo, abbia portato i fuochi d’artificio in Europa. In realtà i cinesi ci hanno regalato la polvere pirica e l’idea che potesse essere usata per festeggiare, ma sono stati gli italiani a metterci i colori, creando la magia di scintille multicolore e sprazzi di sole, che provocano emozioni e che creano l’effetto spettacolare dei fuochi d’artificio.
E finalmente: chi è quest’uomo dietro le quinte degli spettacoli pirotecnici più famosi in Italia e in gran parte del mondo?
Ho incontrato Ermes Martarello, specialista di fuochi d’artificio e CEO di Martarello Group, a Rovigo, la scorsa primavera. Davanti ad una tazza di caffè, mi ha raccontato come lui e la sua famiglia hanno iniziato quello che oggi è diventato, in Italia, la più nota azienda di fuochi d’artificio.
“Quando si tiene a qualcosa,” mi dice “la si condivide”.
Per Ermes, diventare un “pyro” era semplicemente la naturale progressione delle cose. La sua famiglia e’ stata nella produzione professionale di fuochi d’artificio dal 1921, molto tempo prima della sua nascita. Per oltre 90 anni, hanno costruito e mantenuto un enorme portafoglio di clienti, rendendo servizio a privati, rivenditori e colleghi pirotecnici professionali in Italia e all’estero. Oggi, con un sito di produzione aggiuntivo in Cina, l’azienda è in grado di soddisfare una richiesta crescente anche dall’Estero.
Ascoltandolo, ho sviluppato una sorta di ammirazione per lui, e credo che il sentimento sia stato reciproco, perché mi ha invitato a casa sua, per assistere ad uno spettacolo pirotecnico “privato ed esclusivo” la prossima volta che vengo a visitare l’Italia! Naturalmente, tappa immancabile del viaggio, sarà Venezia.
Ermes, così come tutti i membri della sua famiglia, è un pirotecnico. Nato negli anni ’60, lui è cresciuto giocando con i fuochi d’artificio. Quando gli ho chiesto se ancora si divertiva con quello che faceva, dopo tutti questi anni, ha semplicemente sorriso e mi ha risposto con un velo di malinconia: “Sì se solo potessi trovare il tempo per essere di nuovo un pirotecnico…..”
Comunque, con più di trenta spettacoli in arrivo tra Natale e l’Epifania, tra cui lo spettacolo di Venezia di fuochi d’artificio 2016/2017, riesce a trovare anche il tempo per i suoi figli.
“Federica, Michele e Martina sono bravi ragazzi”, mi dice. “Spero che continuino a seguire le mie orme e quelle dei Martarello prima di me”.
La pirotecnica per Ermes è molto più di semplici lampi di luce e un set di colori. I fuochi d’artificio sono un riflesso della sua anima, raccontano le storie delle sue origini: il suo passato, il suo presente e il suo futuro.
Aveva solo 6 anni, quando suo padre morì e fu sua madre, conosciuta in giovinezza come “Maria dei fuochi”, ad insegnargli tutto quello che sapeva sui fuochi d’artificio; anche lei, infatti, è stata una pirotecnica fino a che, a più di 50 anni, non si è ritirata. Tuttavia, nonostante fosse il più giovane dei fratelli Martarello – Alfredo, Giovanni e Vincenzo – Ermes ha rilevato l’attività a 39 anni, quando Alfredo, allora amministratore delegato, partì per la Cina.
Vi starete chiedendo: perché Alfredo ha lasciato la direzione ad Ermes, il più giovane? A quanto pare, né Giovanni o Vincenzo volevano il lavoro. Vincenzo, pirotecnico dallo spirito libero, ha scelto l’azione, di essere “là fuori”, sul campo. Mentre Giovanni, con una visione completamente diversa, ha scelto un’altra strada.
Oh, e c’è anche una sorella Martarello, Annalisa, più giovane di Ermes. Anche lei ha lavorato come pirotecnica per qualche tempo prima di sposarsi e lasciare l’azienda di famiglia.
“Maria dei fuochi”
Per la gente del posto, questa donna aveva il potere di fuoco nel palmo della mano e una passione che brucia nel suo cuore. Fiammeggiava con l’assertività, incantando tutti coloro che la circondavano con il concetto di bellezza ardente e vitalità.
Quando il marito morì, Maria Martarello è rimasta sola con cinque figli da sfamare e aveva 35 anni, più o meno. Coriolano Martarello, la lasciò con due opzioni: lasciare che l’impresa di fuochi d’artificio che suo padre, Giovanni Martarello, aveva costruito dal nulla, andasse in malora, o rimboccarsi le maniche e prendere in mano la situazione da dove il marito l’aveva lasciata.
E credo di sapere cosa scelse, altrimenti non avrei questa meravigliosa storia “italiana” da raccontare.
Gli abitanti del posto si ricordano ancora Maria, quando arrivava nella piazza del paese con la sua auto piena di fuochi d’artificio, i suoi cinque figli piccoli, che facevano del loro meglio per aiutarla. Questo è il modo in cui il Gruppo Martarello sopravvisse.
Che cos’è che rende bello uno spettacolo pirotecnico?
Far esplodere i fuochi d’artificio è già incredibile ma parlando con Ermes ho capito che coreografare uno spettacolo è tutta un’altra storia. I “pyros” possono coreografare uno spettacolo sincronizzando ogni colpo a qualsiasi genere di musica venga scelta dal cliente; possono sincronizzare solo una parte, o i colpi possono essere sparati sopra la musica di sottofondo senza sincronizzazione.
La cosa che Ermes trova di buono nel suo lavoro è la sfida costante; la necessità di creare qualcosa di diverso e unico, che il pubblico non abbia mai visto, e decorare il tempo tra ogni colpo con la musica in un modo forte e minaccioso — una musica che oscilla sul bordo di un’eruzione di colori.
Solo, nel cuore della notte, a volte lui indossa le cuffie e ascolta. Ermes è convinto che la musica giusta per accompagnare un grande fuoco d’artificio inizia con un tempo coraggioso, promettendo un finale culminante. E’ una musica che deve trasmettere energia, come quella di Händel, Haydn e Stravinskij. Per creare suspense, lui si affida al tema tra gli alti e bassi della musica e quando il pubblico meno se lo aspetta, arriva il finale che colpisce e stupisce con una esplosione di colori vivaci.
Ed è solo in quel momento che Ermes Martarello rilascia l’aria che tratteneva nei polmoni dall’inizio dello spettacolo, tirando un sospiro di sollievo: “Ecco un’altra notte di successo che è venuto e che se ne va.”
Ora che avete conosciuto la mente che sta dietro quei portentosi spettacoli di fuochi d’artificio, se vi capita di trovarvi in Italia durante le vacanze, non potete perdere le grandi esibizioni di Martarello a Venezia, a Capodanno. Solo in quella notte ci saranno un totale di sette/otto spettacoli pirotecnici, frutto della maestria di Ermes, organizzati sul Lago di Garda, sul Lago d’Iseo e in qualche altra città, paese o paesino affascinante della penisola italiana.
Emma Eliaeson
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